mercoledì 18 febbraio 2015

DAL COMUNICATO UFFICIALE NUMERO 55 DEL 19 FEBBRAIO 2015

Con la squalifica di 3 anni inflitta al nostro dirigente, si chiude un capitolo nero che mai questa  Società ha dovuto affrontare da quando è nata. Si, avete letto bene, mai abbiamo dovuto raccontare di episodi negativi contro avversari e arbitri. Il Palatucci è stato da sempre un luogo rispettato da tutti, un ambiente tranquillo e sereno, dove la Società ha sempre investito sullo sport come itinerario educativo
E’ proprio ad esso si tende unanimemente a conferire una valenza pedagogica particolare, ritenendolo “componente essenziale della nostra società” , capace di trasmettere “tutte le regole fondamentali della vita sociale”  e portatore di valori educativi fondamentali quali “tolleranza, spirito di squadra, lealtà” .
Eppure anche se lo sport sembra risolvere dei problemi esso stesso non ne è privo, e va coltivando in sé pericolose ed incontenibili tendenze che ne inquinano il valore: la quotidianizzazione, l’eccessiva spettacolarizzazione, la violenza, il doping.
Chi ci conosce sa di cosa stiamo parlando, a tutte le persone che compongono questa Società gli vengono riconosciuti attestati di stima da molti. Abbiamo aspettato il comunicato ufficiale per pubblicare ufficialmente le scuse del nostro dirigente che è dispiaciuto per quanto successo domenica, un'amnesia che non gli ha consentito di tenere i nervi saldi, un gesto che mai avrebbe voluto commettere.
Chi lo conosce sa che persona è, e noi pur condannando il gesto non vogliamo cancellare tutte le doti di un uomo che per 50 anni ha dato la sua vita alla famiglia e al lavoro.
Ci dispiace che in molti hanno travisato i fatti, fare giornalismo significa raccontare la verità, e l'unico giornale che ha detto il vero si chiama Sprint e Sport, un settimanale che primeggia su tutti  grazie alla competenza e alla bravura dei suoi giornalisti, e che domenica tra l'altro erano presenti in tribuna. Gli altri invece no, solo notizie importate, cosa volete che sia. Poca qualità, cronaca maldestra.
Poi di parole ne sono state dette tante, e in molti hanno approfittato dell'occasione per avere un po' di visibilità mediatica, contenti loro.
Come leggete non siamo qui a commentare la sentenza del giudice, non perchè sia ineccepibile sia chiaro, ma per raccontare una parabola: se deve scegliere chi deve essere crocefisso, la folla salverà sempre i Barabba. A buon intenditore poche parole.

Asd Atletico Torino



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